mercoledì 25 marzo 2009
Il Paese vi precede
Il Pdl a questo punto non è più un progetto politico, ma un partito a tutti gli effetti, nel senso che la realizzazione del progetto medesimo è giunta a compimento, con atti solenni come il congresso che ha sancito lo scioglimento di An. Invero, si trattava solo di formalità, dacché il simbolo del Pdl era già presente sulle liste elettorali nella consultazione del 13 e del 14 aprile 2008, vinta dal centrodestra. Sostanzialmente, pertanto, non c’è stata alcuna novità. Ma, potremmo dire che già il 14 aprile 2008 quel simbolo comune dei candidati di An e Forza Italia non era affatto una novità. Il Pdl, infatti, era già nato, da anni, nell’elettorato di centrodestra. Ancora una volta, un processo di semplificazione politica ha avuto origine nella società civile, è cominciato dal basso, per intenderci. Infatti, cosa perseguivano i referendum elettorali degli anni ’90 se non la costruzione d’una democrazia dell’alternanza da attuarsi attraverso il sistema elettorale maggioritario, cioè semplificando il quadro politico? E quei referendum non erano stati promossi, anch’essi, da movimenti che erano espressioni della società civile? Il nuovo partito di centrodestra, dunque, è nato con un certo ritardo riguardo alle aspettative degli elettori. Un’altra dimostrazione che i leaders fanno fatica a capire il Paese. Ma se a destra procedono con lentezza, a sinistra fanno un passo avanti ed uno indietro. Con la leadership di Veltroni il Pd non faceva mistero di aspirare a diventare il partito unico del centrosinistra, sulla falsariga del New Labour e del Partito democratico statunitense. Sembrava che l’obiettivo fosse a portata di mano dopo le ultime elezioni politiche, nelle quali la sinistra antagonista non era riuscita ad ottenere un seggio alla Camera né al Senato. Poi è andata come sappiamo, Veltroni si è dimesso e nel Pd, in queste settimane, si torna a guardare con nostalgia all’Unione o all’Ulivo, cioè ad una grande coalizione sovraffollata che includa il centro e tutte le altre sigle della sinistra. Dunque, a destra, seppur con fatica, lentezza e ritardo si semplifica, a sinistra di partito unico neanche si parla più. Ma la domanda che sale dalla comunità nazionale è chiara, lo è da anni, almeno per chi non è accecato dall’ideologia o dallo spirito di parte: checché se ne dica, gli italiani chiedono più democrazia diretta, un rapporto più trasparente tra governati e governanti, governi più stabili e più partecipazione. La formula per garantire tutto ciò è il bipartitismo, piaccia o no (se hanno inventato altre formule sarò lieto di prenderle in considerazione, ma al momento non mi risulta). Finché ci saranno partiti che raccolgono l’1,3% ma avranno un diritto di veto su ogni decisione, anche la più urgente, la nostra democrazia non potrà mai essere davvero efficiente, non sarà mai in grado di aggredire i problemi e la volontà della maggioranza continuerà ad essere mortificata. L’alta affluenza che si registra alle elezioni primarie promosse per scegliere i candidati del centrosinistra per i Comuni e le Province attesta che in quello schieramento militanti, iscritti e simpatizzanti vogliono contare, partecipare, essere ascoltati, esprimere il loro parere ed esigono, com’è giusto che sia, che questo parere sia vincolante per i vertici. Sia l’elettorato di sinistra che quello di destra sono molto più avanti rispetto ai partiti ed alla classe politica in generale, i quali difettano del coraggio di rimettersi in discussione. Agli italiani, anche quelli di sinistra, il bipartitismo non fa affatto paura, sono i leaders a temerlo. Ed una certa paura della partecipazione e della democrazia diretta è evidente anche a destra, dove finora non si sono mai fatte elezioni primarie, i candidati sono sempre stati scelti dall’alto. Dunque, ai dirigenti del Pdl come a quello del Pd una sola cosa ci sentiamo di dire: mettete mano, una volta per tutte alle riforme istituzionali, perché il Paese vi precede di qualche decennio e rischiate di restare spaventosamente indietro.
Mauro Ammirati
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento