skip to main |
skip to sidebar
Convegno a Scafa sulla ME-MMT. Le origini della crisi
Si
può comprendere lo stupore d’una persona a cui per la prima volta venga
spiegata cos’è la ME-MMT. Inevitabilmente, la reazione di chi ascolta è sempre
la stessa: spalanca gli occhi e chiede:
ma allora perché tutti i giorni politici, giornalisti e studiosi ci dicono che
il debito pubblico è un grande problema? È accaduto anche a Scafa, sabato 18
gennaio, nella Sala polivalente. Increduli i presenti – invero, molto pochi –
interrompevano ripetutamente il relatore, per avere chiarimenti e girando
sempre intorno al solito punto: davvero volete farci credere che il debito
pubblico non sia quella zavorra di cui tutti parlano? Si trattava d’un
incontro, aperto al pubblico, tra ME-MMT Abruzzo e, come si leggeva nella
locandina dell’evento, attivisti del M5s. “Il disastro dell’eurozona e come
uscirne”, questo l’argomento di cui discutere. La ME-MMT (Mosler Economics - Modern
Money theory, Teoria della moneta moderna), spiega uno dei due relatori
Riccardo Tomassetti, «viene divulgata nel mondo dal 1993 da Warren Mosler,
l’economista americano che l’ha elaborata, ma, in realtà, ha più di cento anni
di storia, dato che le sue radici sono nel pensiero di grandi economisti del
secolo scorso, come John Maynard Keynes, Abba Lerner e Friedrich Knapp.» Per
capire la Mosler economics è
fondamentale avere chiaro in mente in cosa consista la distinzione tra Paesi
dell’eurozona (quelli che, come l’Italia e la Francia, hanno adottato l’euro
come valuta comune) ed i cosiddetti Paesi a moneta sovrana (come Stati Uniti e
Giappone, che hanno una propria moneta). «In un Paese a moneta sovrana», dice
Tomassetti, «lo Stato crea moneta dal nulla, si chiama “moneta fiat”, fornendo
titoli di Stato, cioè obbligazioni, alla Banca centrale, in cambio di liquidità.
Così, il governo americano cede i suoi titoli alla Fed e quello giapponese alla
Bank of Japan. La banca centrale entra in possesso di questi titoli ed
accredita la somma equivalente al conto corrente che il governo ha presso di
essa. Il governo prende questo denaro e lo utilizza per costruire scuole,
ospedali e quanto occorre alla collettività. Ma, dal momento che il governo può
emettere dal nulla tutti i titoli di Stato che vuole e fare così all’infinito,
il debito si rivela un falso debito. Praticamente, lo Stato si indebita con se
stesso.» Per dirla in termini ancora più semplici: lo Stato può stampare tutta
la moneta che gli occorre. Questo fa capire, dice Tomassetti, che lo Stato
stesso «non ha bisogno neanche delle tasse per finanziare la spesa pubblica.
Potendo stampare moneta, il governo non ha necessità di tassare i cittadini e
non può neanche dichiarare default (cioè, bancarotta, n.d.r.).» Lo scopo delle tasse, in realtà, è un altro: «Tasse ed
imposte servono a creare domanda di moneta. Dovendo pagare le tasse in dollari,
il cittadino americano ha bisogno di procurarsi i dollari, cioè la moneta
emessa dal suo Stato. È questo a dare valore alla moneta. Contrariamente a
quanto comunemente si crede, il valore della moneta non è dovuto all’oro né ad
altro metallo. Per pagare le tasse in Italia devi avere gli euro, per pagarle
in Giappone gli yen… indipendente dal rapporto di queste monete con l’oro. La
convertibilità della banconota in oro non è più possibile dal 15 agosto 1971.» Se
questo avviene in un Paese a moneta sovrana, nell’eurozona, dunque in Italia, è
tutto un altro discorso: «L’euro non è la moneta d’uno Stato, ma della Banca
centrale europea che presta denaro, non agli Stati, ma al mercato dei capitali,
cioè principalmente alle banche, attualmente al tasso d’interesse dello 0,25%.
Per avere denaro, i governi dell’eurozona devono rivolgersi alle banche,
contraendo un vero debito ad un tasso stabilito dal mercato. Questo meccanismo
è all’origine della catastrofe europea.» Infatti, «nei Paesi a moneta sovrana,
lo Stato potendo stampare moneta, prima spende, poi tassa. Nei Paesi dell’euro,
invece, lo Stato, non potendo stampare moneta, deve prenderla a prestito dalle
banche e procurarsela con le tasse. Quindi, nell’eurozona, lo Stato prima
tassa, poi spende.» L’altro relatore, Gianluca Gandini, accompagnato dal
Presidente della ME-MMT Abruzzo, Alessio Scalzini, ha spiegato che in un Paese
a moneta sovrana «compito dello Stato è quello di creare moneta dal nulla per
il raggiungimento della piena occupazione e per garantire i servizi pubblici
essenziali. La ME-MMT propone il PLG (Programma di lavoro garantito, n.d.r.), con il quale lo Stato assume,
provvisoriamente, disoccupati per impiegarli in settori dove non c’è
concorrenza con il privato, come l’assistenza agli anziani ed ai disabili, la
ricerca scientifica, la tutela dell’ambiente ed altri ancora.»
Mauro Ammirati
Nessun commento:
Posta un commento