Il 30 novembre è stata presentata presso la libreria Feltrinelli di Pescara, l’opera prima di carattere narrativo del giornalista pubblicista Mauro Ammirati, oggi Direttore responsabile del trimestrale “Vivere a Scafa”. Relatore della presentazione il nostro direttore responsabile Massimo Pasqualone il quale, nonostante la profonda amicizia che lo lega all’esordiente autore Ammirati, ha tracciato le fila del libro con grande lucidità. “I Giorni del Blues” è il resoconto del protagonista Flavio Vibo e di riflesso del suo autore sui quarant’anni di vita trascorsi: intreccio di passioni veraci, passioni deludenti, sogni, aspirazioni e amare sconfitte. Flavio, giornalista insoddisfatto delle indagini condotte sull’uccisione dell’amico e collega Valdo Chavet, fidandosi del proprio istinto, si incammina verso la città natale dell’amico: Pescara il “rifugio sicuro”. Nel capoluogo adriatico le indagini sembrano prendere una piega diversa anche grazie ai contatti con il clochard Ettore, uomo che subito si rivela diverso da quello che l’apparenza lascerebbe credere.
Il desiderio di far luce sulla morte dell’amico Valdo diventa un pretesto per la scoperta di se stesso alle soglie della maturità. Ammirati denuncia il disinganno, la delusione dei quarantenni di oggi, i figli degli anni sessanta, quelli che avrebbero dominato il mondo e che invece si sono svegliati una mattina e si sono resi conto che esso correva troppo veloce e che ormai erano già superati. “Noi siamo l’avanguardia dei gamberi”: la prima generazione ad essere tornata indietro, la generazione che è cresciuta con i primi elettrodomestici in casa, quella del boom economico che ha finito col ripiegarsi su se stessa.
Ma quest’opera nasce anche come profondo ringraziamento dell’autore alle passioni che hanno costellato i suoi quarant’anni di vita rendendo speciali attimi di vita quotidiana: l’amicizia, i libri e la lettura, il grande calcio e il bel calcio, il suo lavoro di giornalista con tutte le difficoltà, la politica e la musica blues, in particolare quella di Muddy Waters. Infine il ringraziamento speciale al suo maestro ideale, Indro Montanelli che non ha mai conosciuto ma che con i suoi pezzi lo ha fatto innamorare del giornalismo.
L’opera, edita da “Il Filo” di Roma, porta un pezzetto d’Abruzzo in giro per l’Italia con la denuncia della corruzione e del degrado sociale che ormai pesa anche su Pescara: prostituzione, immigrazione, emarginati dalla società, gli effetti della globalizzazione, il mercato cinese, l’euro… Lo stile del libro è altalenante poiché risente dell’attività giornalistica soprattutto nei momenti di denuncia sociale, quando il giornalista finisce col prevalere sullo scrittore, Ammirati lascia scorrere pagine di una lucidità vitrea e immancabilmente obiettive. Come non mancano del resto continue citazioni che intessono la trama dell’opera e che costituiscono l’evidente background dell’autore: Blaise Pascal, Gabriele D’annunzio, William Shakespeare, Ernest Hemingway, Guy de Maupassant…
La quarta di copertina lo definisce un thriller ma “I giorni del Blues” è molto di più.
Cecilia Pirocco (“Il cittadino di Ortona”, dicembre 2006)
Il desiderio di far luce sulla morte dell’amico Valdo diventa un pretesto per la scoperta di se stesso alle soglie della maturità. Ammirati denuncia il disinganno, la delusione dei quarantenni di oggi, i figli degli anni sessanta, quelli che avrebbero dominato il mondo e che invece si sono svegliati una mattina e si sono resi conto che esso correva troppo veloce e che ormai erano già superati. “Noi siamo l’avanguardia dei gamberi”: la prima generazione ad essere tornata indietro, la generazione che è cresciuta con i primi elettrodomestici in casa, quella del boom economico che ha finito col ripiegarsi su se stessa.
Ma quest’opera nasce anche come profondo ringraziamento dell’autore alle passioni che hanno costellato i suoi quarant’anni di vita rendendo speciali attimi di vita quotidiana: l’amicizia, i libri e la lettura, il grande calcio e il bel calcio, il suo lavoro di giornalista con tutte le difficoltà, la politica e la musica blues, in particolare quella di Muddy Waters. Infine il ringraziamento speciale al suo maestro ideale, Indro Montanelli che non ha mai conosciuto ma che con i suoi pezzi lo ha fatto innamorare del giornalismo.
L’opera, edita da “Il Filo” di Roma, porta un pezzetto d’Abruzzo in giro per l’Italia con la denuncia della corruzione e del degrado sociale che ormai pesa anche su Pescara: prostituzione, immigrazione, emarginati dalla società, gli effetti della globalizzazione, il mercato cinese, l’euro… Lo stile del libro è altalenante poiché risente dell’attività giornalistica soprattutto nei momenti di denuncia sociale, quando il giornalista finisce col prevalere sullo scrittore, Ammirati lascia scorrere pagine di una lucidità vitrea e immancabilmente obiettive. Come non mancano del resto continue citazioni che intessono la trama dell’opera e che costituiscono l’evidente background dell’autore: Blaise Pascal, Gabriele D’annunzio, William Shakespeare, Ernest Hemingway, Guy de Maupassant…
La quarta di copertina lo definisce un thriller ma “I giorni del Blues” è molto di più.
Cecilia Pirocco (“Il cittadino di Ortona”, dicembre 2006)
1 commento:
Grande Mauro, adesso ricordo bene che la serata al Butterfly pub mi avevi parlato di questo tuo libro; allora è da leggere.
un saluto
Fabio The Doctor Blues
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