martedì 27 maggio 2008

Ci si aspetta di meglio


Dall’opposizione ci si aspetta e si esige non solo che faccia il suo mestiere, ma che lo faccia anche bene, nell’interesse di tutti, governo compreso. L’opposizione deve essere l’avvocato del diavolo, la coscienza critica d’un Paese, il rappresentante delle minoranze e, soprattutto, la voce di chi non ha voce, solo così riesce ad essere un baluardo contro il rischio della «dittatura della maggioranza», come insegnava due secoli fa de Tocqueville. Se si pensa a quanto sia importante tale ruolo, è avvilente – dispiace scriverlo - la polemica di questi giorni su alcuni gravissimi fatti avvenuti di recente. Ci riferiamo ai raid a Roma contro i negozi di proprietà di extracomunitari, all’incendio d’un campo nomadi nei pressi di Napoli, nonché all’uccisione, in Toscana, d’un uomo per mano del padrone dell’abitazione in cui era stato sorpreso a rubare. Cosa legherebbe i casi poc’anzi menzionati? Secondo l’opposizione, il «clima» instaurato in Italia dal Pdl, prima con la campagna elettorale, poi con i provvedimenti adottati nel Consiglio dei ministri di Napoli. Il nuovo governo ha voltato pagina scegliendo la linea della fermezza contro il crimine e l’immigrazione clandestina, ma in tal modo, sostiene buona parte della sinistra, ha incoraggiato le aggressione xenofobe e gli aspiranti “giustizieri della notte”. Sembra che molti privati cittadini non aspettassero altro che un esecutivo come quello appena insediato per mettersi, finalmente, a sparare ai ladri, a terrorizzare i rom e devastare esercizi commerciali gestiti da stranieri. Il «clima» spiegherebbe anche la tragedia di Verona, dove la politica del Sindaco leghista Tosi avrebbe una qualche relazione con il pestaggio a morte d’un povero ragazzo da parte di cinque giovani con simpatie nazi. Non è un caso che sia avvenuto proprio a Verona e non in un’altra città, è opinione diffusa in certi ambenti. Dunque, il «clima», il vento che tira, i nuovi equilibri politici, espressione dell’Italia uscita allo scoperto il 14 aprile, un Paese razzista ed incapace di controllare le sue pulsioni omicide, che nel centrodestra ha trovato la sponda che cercava. Non c’è altra spiegazione per pestaggi, massacri, spedizioni punitive e perfino le troppe svastiche disegnate sui muri che rattristano l’Italia dei giorni nostri. Francamente, non mi sembra che simili teorie siano indice d’acutezza e profonda capacità d’analisi. Prendendo il «clima» come indizio si può accusare chiunque di qualsiasi cosa. In piena campagna elettorale una donna che aveva appena abortito fu interrogata dalla Polizia. Il fatto suscitò molto clamore, si parlò d’un «clima contro i diritti delle donne» ed il dito accusatorio fu puntato su Giuliano Ferrara ed i candidati della lista «Aborto? No grazie». Questo avviene quando i fatti vengono letti attraverso le lenti dell’ideologia. Il medesimo errore che oggi commette l’opposizione, il cui ruolo, lo ripetiamo, è fondamentale per la vita democratica. Perciò ci cadono le braccia quando si lascia intendere che la sinistra ha perso le elezioni perché gli italiani sono imbevuti di xenofobia e hanno visto troppi film di Charles Bronson. Da chi dovrebbe disturbare il manovratore ci si aspetta che faccia di meglio.
Mauro Ammirati

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